“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Mt 25, 40
Domenica 22 novembre 2020 è la solennità di Cristo Re. Alle ore 16,00 nella chiesa dei Sacri Cuori della Casa Madre delle Suore Dorotee di Vicenza, si rinnova una celebrazione ormai tradizionale: il Rito delle Promesse evangeliche per i laici della Fraternità Secolare dell’Italia settentrionale.
Durante la celebrazione eucaristica presieduta da don Enrico Cavallin, sacerdote della nostra Fraternità, 5 fratelli hanno rinnovato le Promesse per un altro anno, mentre altri 6 le hanno emesse in modo definitivo. È stato un momento intenso, pieno di significato e, nonostante le ristrettezze delle misure anti-covid, ci siamo sentiti pieni di gioia vera e in comunione gli uni con gli altri.
Nell’introduzione alla celebrazione, Alessandro F. ha sottolineato il fatto che Gesù cammina con noi, ci incontra uno ad uno e nell’incontro con Lui la Sua umanità diventa la nostra umanità. Nella preghiera, luogo privilegiato di relazione e di comunione, noi apriamo il nostro cuore al Cuore di Gesù che lo infiamma del suo Amore. Questa esperienza ha sicuramente generato anche nei nostri fratelli un sentimento di fiducia incondizionata a Dio, e li ha spinti a ripetere il loro “eccomi” davanti all’altare, nelle mani della nostra Superiora Generale.
Al centro della liturgia della Parola di oggi c’era la scena del giudizio finale, proposta da Mt 25,31-46. Don Enrico, nella sua omelia, ci ha ricordato che la mèta e il compimento della nostra vita stanno nella piena somiglianza con Gesù, servo obbediente al Padre, che ci ha amato fino alla fine. Così noi, se vogliamo incarnare e vivere pienamente le promesse evangeliche dobbiamo dire ogni giorno il nostro “eccomi”, che significa essere pronti all’ascolto della Sua Parola, aperti ad accogliere il Suo Amore che ci sostiene con la Sua Misericordia e la Sua Grazia. Imparando da Gesù, sempre in ascolto del Padre, anche noi potremo diventare “utili” annunciatori della sua Parola, e vedere Gesù presente nel nostro prossimo.
Il nostro “eccomi” è la risposta che ci rende pronti ad amare il prossimo, e il Signore stesso ci offrirà le occasioni per poterlo fare. Lui stesso ci insegnerà a riconoscere il Suo passaggio nella nostra vita e la Sua presenza nei fratelli più piccoli e poveri; da Lui impareremo a farci servi, ministri e dispensatori della sua stessa carità, ciascuno nel proprio ambito di vita.
Concludendo don Enrico ci ha esortato così: solo se resteremo sempre dietro a Gesù, e cammineremo tenendo sempre davanti a noi Lui solo, potremo essere portatori della Sua carità e mostrare al mondo che siamo veri figli dei Sacri Cuori.
Alla fine della celebrazione Madre Maria Teresa ha offerto ai fratelli un libretto di Piergiorgio Pozzobon dal titolo “Giovanni Antonio Farina: l’intelligenza del bene” (ed. Antilia 2020).
I laici della Fraternità hanno voluto esprimere a questi fratelli la condivisione della festa e della lode a Dio con il dono di un mazzetto di fiori, perché l'”eccomi” da loro pronunciato rende più bella la famiglia di S. Giovanni Antonio Farina, la Chiesa e il mondo.