Cuori intrecciati e generosi a Lampedusa: comunione e impegno evangelico

Lampedusa, 18 dicembre 2023

È passato esattamente un mese da quando ho messo piede su questo bellissimo lembo di creazione: mare, scogli, rocce di varia natura! Ogni giorno ringrazio Dio Creatore per averci fatto dono di una natura stupenda! E chi ha, o ha già avuto la possibilità di visitare altri Paesi del mondo, quante bellezze ha contemplato da mozza fiato!

L’Isola di Lampedusa, come già sapete, geograficamente si trova al centro del Mar Mediterraneo, ossia tra la regione Sicilia e il nord Africa. Un’Isola molto antica e bellissima.

Nell’aprile 1986 l’Isola balzò improvvisamente all’onore delle cronache quando il colonnello libico Gheddafi, come ritorsione al bombardamento americano di Tripoli, lanciò due missili contro la base Nato di Lampedusa.

Questo per dirvi che l’episodio diede grande visibilità all’Isola, fino ad allora sconosciuta anche a gran parte di noi italiani. Negli ultimi anni, (come è tristemente evidente sotto i nostri occhi) è ritornata alla ribalta internazionale per i temi legati all’immigrazione in Europa dai paesi africani e non, a causa delle guerre terribili e infinite.

Posso sostenere con verità, dai racconti che ascolto dagli abitanti, che l’isola ha dato e continua a donare testimonianza di umanità e solidarietà. Nei mesi estivi scorsi abbiamo avuto occasione tutti di prenderne consapevolezza, grazie ai mass media. Ora, con i miei occhi vedo e tocco con mano questa bellissima realtà, che fa onore agli abitanti isolani. E mentre altrove…si innalzavano muri, l’Isola di Lampedusa si adoperava per una umana e fraterna accoglienza ai fratelli immigrati fortemente e, oso dire, disumanamente provati.

  1. Da dove è nata questa richiesta di rispondere a un appello così urgente di missione a Lampedusa con i fratelli migranti? (la Madre Generale ha scritto nella Circolare di novembre: finalmente questo sogno diventa realtà).

L’Unione Internazionale Superiori Generali (UISG) dopo aver riflettuto su due aspetti importanti di cui uno urgente, il flusso migratorio (inarrestabile, ormai!) ha voluto dare risposta a questi nuovi ed emergenti bisogni, con l’impegno primario di promuovere una solidarietà mondiale tra religiose appartenenti a Paesi e Congregazioni diverse.

A tale scopo l’UISG avvia un Progetto, ispirato alla visione conciliare del Vat. II e ai numerosi e accorati appelli di Papa Francesco.

Ecco il motivo per cui la comunità di Lampedusa è internazionale.

 Al momento è formata da quattro religiose provenienti dalla Croazia, dagli Stati Uniti, dall’India e dall’Italia e appartenenti a quattro diversi Istituti Religiosi.  (Curiosa è la contemporaneità dei nostri Fondatori. Di tanto in tanto parliamo di loro).

  1. In che cosa consiste la nostra missione?

Ovvio che la nostra priorità è l’accoglienza dei fratelli migranti quando arrivano al Molo.

Veniamo informate mezz’ora o un’ora prima dal loro arrivo dalla Guardia Costiera e poi dal gruppo di giovani Volontari della Mediteranean Hope (Speranza mediterranea).

Giusto il tempo di indossare vestiti più semplici e funzionali al servizio e…via di corsa!

Al Molo sono presenti: in primis la Guardia Costiera, poi la Guardia di Finanza, segue la Croce Rossa che, per identificare i gruppi di provenienza, infila un braccialetto di plastica di vari colori. Ultima tappa dallo sbarco è proprio il nostro.

È indescrivibile quello che vedo, tocco e sento! Come afferma Papa Francesco: toccare la carne di Cristo, è proprio questa l’esperienza fortissima che mi trovo a vivere ogni qualvolta mi reco al Molo di accoglienza. Uomini, donne e bambini: tremanti, infreddoliti e bagnatissimi e soprattutto scioccati, con gli occhi che vagano nel nulla. Si, li tocco senza paura per aiutarli ad alleggerire il peso di una giacca bomba d’acqua, a pulire e ri-vestire bambini piccoli e scioccati.  Li accarezzo tutti per dare la carezza di Dio Padre.

In fretta, (anche quando sono tantissimi) cerchiamo di offrire loro un caldo, una brioche e acqua.

Facciamo indossare la cosiddetta “coperta termica” ma… che non serve poi a nulla poiché sono bagnati all’inverosimile!

La Croce Rossa li accompagna in pullman e portati poi al Centro (Hotspot) dove ricevono cure, vestiti e cibo. Si fermano al Centro un paio di giorni e nuovamente inizia il loro esodo verso…dove? Non si sa.

Lascio a voi immaginare cosa si prova davanti a questo spettacolo disumano di fratelli, ingannati da altri fratelli. (Ascoltiamo le loro storie!)

La prima esperienza forte che ho fatto è stata quella di aver abbracciato una giovane mamma africana, che aveva perso tre suoi bambini; una l’aveva in braccio, rianimata all’arrivo, non ce l’ha fatta. Gridava dal dolore e in lingua francese ripeteva: ne mancano due e mio marito!

Il cuore e la mente fotografano queste scene e, ovviamente, fatichi ad addormentarti alla sera sotto le coperte. E così…tutto si ripete ogni volta.

Il numero di persone che arrivano varia dai 50 ai 500. E sempre di sera.

Vi assicuro che il Signore mi dà forza e coraggio. Nonostante tutto, sono serena e sono contenta, nel mio piccolo, di essere una piccola mano di Dio.

Non possiamo fare foto. Sto comunque raccogliendo qualche foto che non comprometta nulla nel nostro servizio.

  1. Siamo impegnate anche in parrocchia: Caritas, famiglie, ammalati e in altre richieste.

Ad esempio: le scolaresche in questo tempo di Natale, ci hanno chiesto di parlare della nostra missione.

Il tempo è ben impiegato, salvo sbarchi in arrivo. Lasciamo tutto e…corriamo!

       Grazie per la vicinanza e la preghiera. Abbraccio tutte!

                                                                                           Suor Angela Cimino fss.cc