Testimonianza

“…Sulle tracce di ANNA FRANCESCA BOSCARDIN” e “UNA SANTITÀ CONTADINA”

Un nostro parrocchiano Gianfranco Vianello, si è innamorato della figura di S. Bertilla. L’innamoramento iniziò qualche anno fa, quando organizzò la mostra d’arte “Il mondo di Annetta Boscardin” e poi scrisse il testo della canzone “Tutto e niente” musicata da Bepi De Marzi. In quell’occasione – erano i festeggiamenti per i 50 anni della parrocchia di S. Bertilla – si strinsero rapporti molto stretti tra Franco e le suore Dorotee di Vicenza. Qualche mese fa, quando stava iniziando il centenario della morte della Santa, Franco fu convocato dalle suore Dorotee per la programmazione degli eventi. Così coinvolse anche me. Lui aveva già in mente qualcosa di originale, ma non proprio semplice da realizzare: contattare il mondo intero per rilevare le tracce dell’Oco (così la Santa era chiamata da bambina) dopo 100 anni dalla morte. O per usare le parole di Papa Giovanni XXIII in occasione della santificazione (1961): per tracciarne le “irradiazioni” di santità.

L’idea era di realizzare una mostra: “Sulle tracce di S. Bertilla”. Ed un catalogo dallo stesso titolo. Franco, con il supporto delle suore, contattò il mondo intero ricevendo centinaia di e-mail da tutto il mondo. Il catalogo si ingrossò poco a poco, fino ad arrivare a 320 pagine. Una seconda idea fiorì, questa volta dentro di me. Si trattava di realizzare al teatro Primavera una serata su un tema che si era fatto man mano chiaro nella mente di Gianfranco: la “santità contadina”. Dunque il titolo per la serata già c’era: “Una santità contadina” Tavola rotonda, una serata tra immagini e parole …  i libri oggetto della tavola rotonda del 6 ottobre. centro della serata doveva essere una tavola rotonda con due autori: mons. Antonio Guidolin che a Treviso aveva pubblicato un libro sulla spiritualità della Santa: “Per puro amore”. Il secondo autore era il dott. Giuseppe Visonà, medico a Brendola, il paese natale di S. Bertilla. A loro chiedemmo di trattare il tema della Santità contadina. Guidolin avrebbe chiarito il modo di essere santa di Bertilla Boscardin. Il dott. Visonà di Brendola, avrebbe chiarito lo sfondo contadino della sua vita.

Nella mia testa ciò che precedeva e seguiva la tavola rotonda avrebbe dovuto far rivivere in chiave emozionale, con immagini e parole, l’intreccio profondo tra i due aspetti: la vita contadina, e la “mistica dell’incontro” che caratterizza la santità di S. Bertilla. La soluzione era di cominciare la serata proiettando una scena de L’Albero degli Zoccoli, il capolavoro di Ermanno Olmi. Poi di creare alcuni intermezzi in dialetto “profondo”, con l’aiuto di Pino Costalunga, un attore assolutamente esperto di cose dialettali. Poi si doveva far vedere gli aspetti della vita contadina al tempo dell’infanzia della santa: ho pensato di utilizzare i dipinti della mostra “Il mondo di Annetta”, ingrandendo i dettagli e chiarendo mediante essi due cose: la vita in una famiglia contadina di fine Ottocento, e gli aspetti della “mistica dell’incontro” che caratterizza la Santa.

Un po’ alla volta mi sono messo a scrivere i testi necessari. Poi il regista, Vito Moro, ha cominciato a montare immagini e filmati.

                                                                                                                           Nico Rossi

Articolo pubblicato su n.6 PORTA OVEST Periodico della Parrocchia di S. Bertilla.  Vicenza p. 6-7