Valentino Piccoli, un uomo «nato e fatto per i poveri»
Valentino Piccoli era un signore benestante della parrocchia di S. Pietro, nato a Vicenza nel 1767, sposato con Paola Cresole e padre di sei figlie, ma solo due giunsero all’età adulta.
Non appena assunse il compito di collaboratore nella Scuola di carità, nel novembre 1827, Valentino si mise all’opera con un impegno davvero ammirevole. Da mattina a sera occupava tutto il suo tempo nel procurare elemosine, incoraggiato da padre Angelico che lo aiutò a superare i limiti del suo carattere piuttosto timido e riservato. Era «nato e fatto solo per i poveri», scrisse il Farina nelle Memorie storiche. Andava girando con la piccola borsa e con il libretto per le riscossioni, non badando ai disagi delle stagioni, alla fatica o alla lunghezza del viaggio, ignorando anche i lamenti e le ingiurie villane che gli sopravvenivano.
Valentino coinvolse nell’opera di carità anche la sua famiglia, che cooperò in varie occasioni incoraggiandolo e suggerendogli nuove vie per raccogliere i contributi per l’Istituto. Valentino era anche l’amico gioviale che ogni sera si intratteneva con le fanciulle, animando la conversazione con battute scherzose, «sempre senza pensiero di affanno o velo di malinconia».
La sua morte giunse quasi improvvisa. Aveva settantadue anni, ma gli amici dissero di non averlo mai visto stanco o triste: «Noi abbiamo perduto assai di questo instancabile uomo – scrisse il Farina – perché si sa quanto egli era impegnato nel suo ministero. Non pensava che all’Istituto, non camminava che per l’Istituto, e per esso solo viveva».
Prima di morire aveva pensato a quest’opera, ordinando alle due figlie di cedere ai direttori il diritto sopra un’antica mansioneria di sua proprietà.
Lasciò dietro a sé grande rimpianto, tanta ammirazione e anche una fama di santità.