Lana Kawash, audiolesa grave e bilaterale, è la primogenita di due sorelle anch’esse audiolese.
I genitori hanno voluto per lei l’impianto cocleare, sperando nel miracolo della tecnica, perché potesse sentire e poi parlare.
Appena sono venuti a conoscenza dell’Istituto Effeta Paolo VI, vi hanno portarono Lana con fiducia.
Dopo ben 16-17 anni, dal’intervento e la riabilitazione, Lana ha imparato a parlare verbalmente e a scoprire i suoi talenti.
Al termine del percorso scolastico, ha superato l’esame di maturità con risulati soddisfacenti.
Lana, sfidando se stessa, si è iscritta all’università nel settore artistico. Dopo ben quattro anni di fatica, il 13.07.2024 si è laureata.
Ha conseguito un successo impensabile, dato che è portatrice di sordità profonda nonostante l’impianto cocleare non ben riuscito.
Nella tesi approfondisce le esperienze sensoriali personali, del vivere in un ambiente affollato, con l’obiettivo di stimolare la comprensione dei modi unici in cui le persone si muovono.
Ecco qualche passaggio dalla discussione della sua tesi:
Come artista e persona che convive con la sordità, il mio lavoro esplora la complessa interazione tra silenzio e rumore.
Ho scelto il tappeto su cui disegnare il mio dipinto invece del tradizionale tessuto, perché il tappeto mi ricorda la nostra eredità, la nostra cultura araba, poiché simboleggia uno spazio di rifugio e tranquillità. Il tappeto non è solo una cosa: è un luogo dove trovare la pace interiore, nel caos esterno.
I suoi motivi vibranti e le forme geometriche rappresentano i complessi strati di esperienze ed emozioni che si trovano sotto la superficie del silenzio.
La ragazza addormentata è avvolta in una coperta fatta di fili di lana colorati che si estendono fino al pavimento.
Questo dipinto riflette lo stato di sonno profondo che spesso vivo senza disturbi e inquinamento acustico del mondo che mi circonda.
I fili di lana simboleggiano la connessione tra il mondo fisico e quello emotivo. La ragazza è in un luogo dove il rumore è presente attorno a lei, ma non ne viene influenzata.
L’opera invita, per esaminarne e goderne i dettagli, a passare dall’altra parte, ma lo spettatore non può avvicinarsi troppo, poiché le corde tese glielo rendono difficile.
Ciò garantisce privacy e tranquillità alla ragazza che dorme profondamente. Intorno ci sono alcuni cuscini con orecchie incorporate, scolpite.
Questi cuscini fungono da esplorazione tangibile del concetto di udito e dei contrasti tra silenzio e rumore.
L’orecchio che sporge dal cuscino, mi ricorda fortemente i suoni esterni che non riesco a sentire, ma che tuttavia mi circondano.
Simbolismo e astrazione s’intrecciano per creare un’esperienza sensoriale che esprima silenzio e rumore.
Ho utilizzato materiali e strumenti tradizionali per incarnare i concetti di complessità.
Queste opere invitano e incoraggiano il pubblico a impegnarsi a riflettere sul silenzio e sul rumore a un livello più profondo, mettendo in gioco anche le proprie esperienze.
È un invito a comprendere e apprezzare i diversi modi in cui il mondo è percepito dalle persone, soprattutto da quelle le cui esperienze sensoriali differiscono dalla norma.
Attraverso questo lavoro, cerco di provocare discussioni sui modi in cui concettualizziamo e valutiamo il silenzio e di promuovere una comunità più inclusiva, che riconosca e rispetti il contributo di tutti i suoi membri, anche se audiolesi.
La sordità, anche se grave e profonda non è un ostacolo per la realizzazione della persona, dotata, in quanto persona, di potenzialità e capacità di natura, che, coltivate, non mancano di dare i loro frutti, anche sorprendenti.
Qui di seguito, invece, le parole del papà di Lana:
sono commosso… dico che l’impatto con le mie tre figlie, tutte tre audiolese, è stato duro.
Guardarle, era come “graffiare il muro con uno spillo” impossibile!
L’Effeta ha compiuto il miracolo sopra ogni mia aspettativa!
Oggi è e rimarrà la mia seconda casa. GRAZIE!!! Voi avete valorizzato il tutto della sua vita, educata, rispettosa, comprensiva, serena, comunica verbalmente… ha superato le sfide e ha raggiunto l’apice del successo con distinzione, oggi laureata in artistica.
Cosa posso desiderare di più e di diverso?