Redenta Olivieri, una «sorella maggiore» cofondatrice e superiora generale
Redenta Olivieri nacque a Vicenza l’8 aprile 1789. La sua famiglia fu davvero complessa e travagliata. Il padre Gio. Batta Olivieri era vedovo. La madre collocò Redenta, che aveva sette anni, nell’Istituto del Soccorsetto di Vicenza. Redenta rimase per venticinque anni nell’Istituto dove ricevette la sua formazione e dove, ancora adolescente, ebbe l’incarico di maestra di lavoro delle bambine più piccole. Redenta uscì dal collegio trentaduenne e padre Angelico la presentò al giovane cappellano Farina: così nel 1829, all’età di quarant’anni, Redenta entrò «nel gran campo della carità», accettando l’incarico di cooperatrice della Pia opera. Da quel momento la vita di Redenta proseguì sempre accanto a quella del sacerdote Farina. Quando nel 1831 egli riorganizzò la Scuola di carità, affidò a Redenta la direzione dei lavori e, dopo la morte di padre Angelico, anche la gestione dell’economia di tutta la Scuola, che nel frattempo si era trasferita accanto alla sua abitazione.
L’11 novembre 1836 Redenta accettò l’incarico di superiora del primo nucleo delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori. L’Istituto religioso, sorto come «seminario di maestre per l’istruzione popolare», esigeva che la direttrice avesse i requisiti necessari richiesti dalle norme scolastiche governative. Così a quarantanove anni ella si sottopose all’esame per ottenere l’idoneità all’insegnamento nelle prime tre classi elementari.
Questa «donna impareggiabile» rimase accanto al Farina non solo come collaboratrice preziosa, ma anche come sorella maggiore.
Manifestò grande equilibrio nell’armonizzare le dimensioni spirituali e materiali della vita delle suore: fu una superiora attenta alla pietà e alla disciplina, ma anche una madre premurosa e saggia, pronta a prevenire le necessità personali delle suore, attenta anche alla loro preparazione culturale. Educatrice soave e forte, curò personalmente la formazione delle ragazze più grandi del collegio, preparandole a inserirsi nella vita familiare e sociale.
Redenta morì all’età di ottant’anni il 5 aprile 1869.