suor Albarosa Ines Bassani
L’editrice Gaspari, di Udine, che solo tre anni fa (2017) ha pubblicato “L’altra Caporetto” di suor Albarosa Bassani, da alcune settimane ha dato alle stampe un altro volume della nostra sorella: “Le suore della libertà tra guerra e Resistenza” il quale fa memoria di cinque anni di guerra tra il 1940 e il ’45. Alcune nostre consorelle Dorotee vissero eroicamente questo difficile periodo salvando ebrei, partigiani, fuggiaschi, militari…mettendo in pericolo la loro esistenza e quella dei loro assistiti: ammalati, bambini, orfani, vecchi…
Riuscirono a nascondere nei loro conventi chiunque, impegnate a salvare chi avesse avuto bisogno di loro. È un libro dichiaratamente contro la guerra nato da centinaia di lettere, scritti, ricordi, documenti che suor Albarosa ha fatto “parlare” dopo ricerche accurate nell’Archivio di Congregazione; le suore scrivevano alla Madre generale e manifestavano i loro più intimi sentimenti: “pene, miserie, rovine…scene pietose, fame, lacrime…”.
Suor Albarosa ha parlato con alcune testimoni rimaste in vita – suor Adelina e suor Casimira che, in quel di Roma – riuscirono a salvare dalla retata dell’ottobre del ’43 donne ebree con i loro bimbi e alcuni uomini ebrei. Dalle pagine emergono volti di suore che sarebbero passate nell’anonimato, spinte al silenzio dalla modestia, senza pensare che quanto veniva reso pubblico poteva diffondere tra i giovani quale fosse il costo della libertà, il valore dell’uomo in quanto tale al di là della razza, del partito politico, dell’ideologia. Emergono soprattutto le figure di suor Giocondiana Gobbo che prestava il suo servizio a S. Felice, di suor Pier Damiana con le sue donne ebree, di suor Demetria – detta l’angelo di S. Biagio – di suor Diodata, di suor Felicita, di suor Urbanina Casagrande, superiora a Dolo e di suor Massimilla. Nel testo vi sono diverse foto d’epoca che documentano la vita e i giorni difficili e in copertina il gruppo di soldati feriti che nel 1944 a Monte Berico vennero fotografati con le suore e le infermiere ai piedi del monumento che pure adesso onoriamo.
Tuttavia ancora oggi – nello Stato di Orissa in India –ma pure in Costa d’Avorio, in Colombia, in Terra Santa, in Siria… non viene meno, nelle Suore, il coraggio, l’amore alla libertà, la resistenza, l’astuzia …per salvare altre vite, per testimoniare fin dove conduce l’amore di chi vede – nel fratello sofferente – Gesù che soffre. Grazie suor Albarosa per la tua ennesima fatica, per la tua operosità silenziosa che fa parlare documenti i quali resterebbero muti e sepolti privandoci di una ricchezza – quella della “memoria” – che irrobustisce le radici insegnando a vivere i valori autentici.
(sr. A. Ch. M)