Il nostro grazie

“Che cosa renderò al Signore, per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore”
(Salmo 115, 12-13)

Noi Professe del 25mo abbiamo scelto di vivere questo giubileo, nella semplicità della gratitudine: la pandemia non ci ha permesso riunirci per partecipare a particolari tempi di preparazione e, nello stesso tempo, ci ha incoraggiate alla sobrietà, per essere più solidali con chi vive l’essenziale. Abbiamo scelto di rendere solenne questo momento della nostra vita con l’Eucaristia, che è rendimento di Grazie a Dio che ci ha pensate, amate, chiamate a collaborare con Lui, prendendoci dall’Italia, Brasile, Ecuador e dall’India per farci Spose e Figlie del Suo Cuore, dispensatrici del Suo amore a tanti fratelli.

Con l’Eucaristia, desideriamo rivolgere il nostro GRAZIE anche a tutte quelle persone che hanno intercettato la nostra storia, incrociato le nostre strade: nessuno è passato senza lasciare un segno e senza cambiarci un po’, contribuendo così, pur se in tempi, modi e luoghi diversi, alla nostra crescita in età, sapienza e grazia!

Prima di tutto GRAZIE di cuore ai nostri genitori: alcuni sono ancora tra noi, pur con una salute precaria, altri il Signore li ha già chiamati a Sé. A loro la nostra gratitudine per averci dato la vita e averci iniziato alla vita di fede con il battesimo. Ci hanno sostenute nel discernimento, incoraggiate, a volte ostacolate e messo alla prova, ma sempre rispettando le nostre scelte, ci hanno lasciato seguire la nostra vocazione accompagnandoci poi con discrezione nel nostro servizio apostolico. Con loro ringraziamo i fratelli, parenti e amici per i quali sempre preghiamo.

GRAZIE alla nostra Famiglia Religiosa, alle Superiore Generali e Provinciali che si sono avvicendate in questi 25 anni; alle nostre formatrici e alle Superiore locali, per la fiducia, la stima e l’affetto ricevuto.

GRAZIE a tutte le sorelle che in modi diversi, con l’esempio, la carità, la fedeltà e con la preghiera, sono state presenze significative per la nostra vita spirituale e apostolica.

GRAZIE a tutti coloro che sono stati per noi angeli, profeti, precursori e battistrada oppure semplicemente compagni di viaggio nelle diverse comunità in cui abbiamo avuto il dono di vivere.

Don Andrea Santoro, sacerdote romano morto martire in Turchia diceva: “Non è vero che Dio ama tutti. Dio non ama tutti: Dio ama ciascuno”.

Per questo a ciascuno vogliamo rivolgere le parole di una antica benedizione gaelica che ci ricorda come, da quando siamo stati creati, conserviamo tutti una traccia del tepore di quelle mani divine che ci hanno plasmato. A quelle mani oggi vogliamo riaffidare la vita nostra e di tutti:

La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l’erba
su cui poggi i passi.
E il sorriso brilli sul tuo volto
e il cielo ti copra di benedizioni.
Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.
Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della sua mano
fino al nostro prossimo incontro.

Suor Marcella Marangoni