Gli bendò le ferite

L’immagine del sepolcro vuoto, assomiglia ai tanti luoghi di rifugio dove la vita viene imprigionata dal pericolo dei bombardamenti.

Carissimi amici, a tutti voi che fate del bene, che vi ricordate di coloro che sostengono la sofferenza di tanti fratelli e sorelle, pace in questi giorni di Pasqua dove la violenza e la morte non cessano.

Questa festa testimonia la vittoria del bene sul male più grande, il peccato, e la guerra in atto è un sacrilegio, ha ribadito Papa Francesco. Mi domando in quale mondo ci troviamo in questi primi decenni del terzo millennio, egoismi a non finire, interessi economici che mettono in crisi l’intero pianeta, la pandemia che ha afflitto milioni di famiglie e ora la guerra.

Mio Dio quante bugie nella nostra vita, quante menzogne a scapito dei poveri, dei deboli, degli indifesi.

Scusate questo linguaggio forse troppo diretto, ma vi scrivo dalla Polonia, dopo aver trascorso quasi in mese in Romania; ho sostato con le mie consorelle che in queste due nazioni lavorano senza sosta a soccorso dei profughi ucraini. Ogni giorno sento al telefono le sorelle dell’Ucraina, travolte da un’emergenza senza limiti, tragica, piena di dolore. Ora si sta sentendo anche la carestia di alimenti, sì mancano alimenti per tanta gente costretta a vivere in situazioni di aver bisogno di tutto. Qui a Lublino la Caritas sta facendo uno sforzo incalcolabile, ma viene meno il cibo… per favore pregate per tutti noi suore, sacerdoti, laici volontari affinché sappiamo mantenere viva la certezza che il Signore è vicino a quanti siamo coinvolti in questa tragedia umanitaria. Qui a Lublino oltre due milioni di profughi.

Carissimi, grazie per la vostra vicinanza e solidarietà da ogni parte del pianeta dove siete presenti. Esprimiamo di cuore la nostra gratitudine per la solidarietà con cui siete vicine con la preghiera e con l’aiuto verso i tanti profughi da soccorrere, particolarmente qui dall’Europa. Grazie!

Ci tengo a ribadire che le foto mettono in evidenza bambini che sorridono, suore che sorridono, mamme che sorridono: credetemi… solo è possibile versare lacrime con il cuore, altrimenti chi resiste a tanto dolore? Perciò uno dei compiti è offrire ai profughi un ambiente gioioso, una casa accogliente, persone sensibili ma forti, con grande capacità di vicinanza e di aiuto.

Cari amici e amiche state certi del ricordo e della nostra preghiera e dell’amicizia fraterna e riconoscente per la vostra vicinanza. Per favore, come dice Papa Francesco, non dimenticatevi di pregare per noi e di esserci vicine. Dio vi benedica!

Suor Maria Teresa Merlo, Superiora Delegata Est Europa

 

“Signore, aiutaci ad essere attente come il samaritano che si è fermato di fronte ad un fratello malcapitato e ferito… qui vicino a noi ci sono tanti fratelli e sorelle, bambini, giovani ed anziani, bisognosi di qualcuno che dia loro una mano amica. Grazie Signore per averci scelte ad amare come tu ami, grazie per servirti di noi. Rendi il nostro cuore simile al tuo. Amen!”.