“Lodiamo il Signore, perché fa meraviglie” (Sl 97)
Con questa certezza abbiamo iniziato l’anno 2020 con molti piani nel contesto di un giubileo – 50 anni dell’Istituto Farina del Brasile – la nostra scuola di São Luís nello stato del Maranhão. Tutto era focalizzato su questo evento atteso e preparato da tutta la comunità educativa con grande entusiasmo; le iniziative hanno coinvolto alluni ed ex alluni, collaboratori e famiglie. Improvvisamente, tutto è cambiato! La parola d’ordine era “rimanere a casa”.
In questo modo, siamo improvvisamente cambiati in un nuovo stile di vita, l’uso di strumenti tecnologici è diventata l’unica alternativa per continuare l’anno scolastico, per partecipare alle celebrazioni eucaristiche, agli incontri e alla formazione. Una routine che è diventata comune a tutti, tranne ai più poveri che, senza accesso alla tecnologia, sono di nuovo ai margini del processo.
Tuttavia, non ho intenzione di presentare un’analisi approfondita o una riflessione della realtà in cui ci troviamo finché la pandemia del covid-19 devasta il mondo, penso che le mie lenti non siano sufficienti a coprire un fenomeno di proporzioni gigantesche. Semplicemente condivido la nostra esperienza che, come quella di tutti gli altri, è stata fortemente contrassegnata e trasformata.
È noto che, in Brasile, il danno causato dalla pandemia, principalmente le innumerevoli morti, in alcuni casi di intere famiglie, è aggravato dalla crisi generalizzata nelle principali sfere del potere, in ambito politico, economico, sociale, educativo, sanitario e di assistenza sociale … Mentre il nuovo coronavirus continua a diffondersi nel vasto territorio brasiliano, dalle élite alle classi povere, purtroppo segue anche i mali di indifferenza, disuguaglianza, disoccupazione, ingiustizie.
Tuttavia, non possiamo dimenticare e non sottolineare le luci che brillano anche nei gesti eroici dei professionisti della salute, nelle azioni caritatevoli e solidali di aziende e istituzioni, ma soprattutto di persone sensibili al dolore degli altri e che, con piccoli gesti, offrono aiuto, l’attenzione e il sollievo, che non sono sempre riportati sui giornali e sui social network, sono comunque inscritti nella memoria riconoscente di coloro che li ricevono. Ad esempio, il gesto di solidarietà di un gruppo di ex allievi dell’Istituto Farina che raccolgono cibo da donare alle famiglie bisognose della scuola e in una parrocchia all’interno.
Di fronte alle molte sfide che ci presentano continuamente, comprendiamo ancora di più il significato di camminare insieme, religiosi e laici, in collaborazione e aiuto reciproco. Un altro importante partenariato che si è rafforzato in questo momento è quello delle scuole cattoliche, guidate dall’ANEC (Associazione nazionale delle scuole cattoliche), che danno testimonianza di unità, fraternità e comunione, cercando insieme i percorsi migliori per rispondere alle esigenze e alle urgenze di questa “nuova normalità”, per promuovere il bene comune, ora e nella tanto desiderata post-pandemia.
A livello ecclesiale, stiamo vivendo l’Anno Missionario in piena armonia con la nostra Pratica: “Spinti dalla Missione”. Tuttavia, la pandemia ha compromesso il bellissimo programma di incontri formativi, ritiri e celebrazioni. E ancora, i media vengono utilizzati per realizzare, almeno online, alcune iniziative. È così che hanno avuto luogo le celebrazioni del Corpus Domini, la solennità del Sacro Cuore, le feste patronali nelle parrocchie e persino le nostre tradizionali festività di giugno.
In effetti, viviamo in tempi difficili che ci disturbano, ma affinano anche la nostra creatività e creano nuove iniziative e opportunità.
Ogni giorno la nostra comunità dedica un’ora di adorazione al Santissimo Sacramento, pregando per tutta l’umanità, in particolare per le persone più colpite dalla pandemia. Nel mese di maggio, preghiamo il rosario in “pellegrinaggio” nelle famiglie, vale a dire, anche senza andare fisicamente come al solito, assumiamo l’impegno della preghiera, unendoci ogni giorno con una famiglia. A giugno, l’iniziativa è stata la preghiera del rosario della misericordia per alcune intenzioni specifiche, come le vocazioni, l’anno missionario, i malati … Momenti a cui partecipano anche i dipendenti attivi.
Un tempo che ci invita a valorizzare l’essenzialità della vita, a riformulare le nostre scelte e ad umanizzare ancora di più le nostre relazioni.
Sebbene sia ancora un tempo di incertezza, crediamo che il Signore sia colui che ci guida. Quindi, continuiamo il nostro cammino, principalmente convinte, che è un tempo di speranza, di cura, di un nuovo inizio, di VITA NUOVA!
Sr. Lidiane Cruz, f.SS.CC.