La storia


«Questo è sogno, questa è profezia.
Ma se Dio vuole il sogno diventa un fatto, la profezia una storia»

- G. A. FARINA -

Noi, Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, nasciamo a Vicenza l’11 novembre del 1836 come maestre. Siamo, infatti, frutto di un desiderio del giovane sacerdote don Giovanni Antonio Farina che a quei tempi era direttore della Scuola di Carità. Mosso dalla Spirito Santo, si rende conto che quella scuola doveva essere portata avanti da “maestre di provata vocazione” consacrate interamente all’educazione delle fanciulle povere. Da quella intuizione nasciamo noi. Dieci anni più tardi, il Farina apre la Congregazione anche al vasto campo dell’assistenza.

Qualche cenno storico?

Siamo state fondate da San Giovanni Antonio Farina, a Vicenza, nel 1836 ma, come sono avvenuti i fatti? Andiamo con ordine!

Nel lontano 1827 nella parrocchia di san Pietro, situata alla periferia della città e dove il giovane sacerdote, don Giovanni Antonio Farina, era cappellano, veniva introdotta la Pia Opera di Santa Dorotea. Quest’opera era stata fondata a Bergamo da un sacerdote missionario, don Luca Passi, che la portò lui stesso a Vicenza. Lo scopo dell’opera era quello di raccogliere alla scuola festiva della dottrina cristiana le fanciulle, soprattutto le più bisognose e abbandonate, e porle sotto la guida di sorveglianti e cooperatrici che si interessavano di loro anche durante la settimana.

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Il parroco di san Pietro, don Giovanni Orlando, aveva affidato l’opera al giovane sacerdote Giovanni Antonio che venne affiancato, due anni dopo, da Redenta Olivieri, una nubile donna che gli era stata presentata dal francescano padre Angelico Carlesso.

Nel frattempo, attorno al Farina si riunirono alcune persone come il conte milanese Baldassarre Porta, devotissimo dei Sacri Cuori, che si occupava degli oneri finanziari insieme a padre Angelico; poi collaborarono con loro Valentino Piccoli e Felice de Maria che raccoglievano elemosine per sovvenzionare l’opera, la quale però, dopo un inizio buono, era in crisi in quanto le fanciulle erano solo tre.

Nel 1831, il conte Porta, su suggerimento del carmelitano padre Gaetano De Luca, affidava sempre al Farina la Scuola di Carità.

Giovanni Antonio pensava a una riorganizzazione totale cominciando da una nuova maestra e da Redenta Olivieri come direttrice della disciplina ma anche dei lavori. Il 01 ottobre del 1831 don Antonio cominciava la nuova scuola con 24 bambine.

Tutti questi collaboratori, che affiancavano Farina anche nella Scuola di Carità, erano tra di loro cari amici che condividevano la stessa passione per le bambine bisognose ed erano infiammati dall’amore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

Dopo diverse vicissitudini e circostanze apparentemente banali, Giovanni Antonio ha sentito l’esigenza di cambiare il personale addetto all’educazione: non più insegnanti stipendiate, ma “maestre di provata vocazione”, donne consacrate totalmente all’opera di carità e alla formazione delle nuove generazioni, che vivessero nell’Istituto secondo una regola propria: l’11 novembre 1836 nasceva l’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea, Figlie dei Sacri Cuori.

Suore e laici collaboravano nell’opera educativa. Dieci anni più tardi, il bisogno di malati e anziani più poveri aveva spinto il Farina ad allargare il campo apostolico all’assistenza.

La presenza delle suore si diffondeva nel Veneto del tempo, soprattutto in collegamento con scuole parrocchiali o comunali e presso i primi ospedali del territorio.

Dopo la morte del Farina, nel 1888, la Congregazione fu affidata alla guida di Madre Azelia e, solo dopo il 1905 quando l’Istituto ottenne l’approvazione pontificia, Madre Azelia e mons. Giovanni Maria Viviani accettarono le richieste da luoghi più lontani.

Nel 1920 inizia la presenza delle suore a Strongoli (KR): sono anni di grande sviluppo missionario anche verso altri Paesi.

Nel 1924, accogliendo l’invito missionario della Chiesa e in risposta al desiderio espresso in alcune parole del Farina, inizia la presenza delle suore in Ecuador a fianco dei padri Giuseppini. 

Nel 1927 le suore raggiungono Gerusalemme per il riscatto del Cenacolo, successivamente si aprono al servizio educativo accogliendo il desiderio di Papa Paolo VI di realizzare un’opera per i piccoli sordi (nasce così l’Istituto Effetà di Betlemme). 

Negli anni ’60 le comunità religiose si diffondono in Spagna, Colombia, Brasile e fra gli anni ’80 e ‘90 in India, Costa d’Avorio, e poi in Messico, Polonia, Romania e Ucraina.

Nel 2010 le sorelle presenti in Costa D’Avorio si impegnano anche in Togo, attualmente con due comunità.

A fianco delle comunità religiose si riuniscono laici che condividono spiritualità e missione e fioriscono le realtà laicali.

Dal 1990 è presente il “Movimento Eucaristico” che conta attualmente circa 2.000 adoratori che condividono la spiritualità eucaristica e sostengono e propagano la preghiera di adorazione.

Nel 1992 in Ecuador un gruppo di genitori delle scuole in cui operano le sorelle si sono costituiti come aggregazione laicale “Pastorale familiare”, con l’impegno di Testimoniare la carità del Cuore di Gesù e la tenerezza della Vergine Maria nell'amore coniugale e familiare nella propria comunità, nell'ambiente sociale e lavorativo, per collaborare alla civiltà dell'amore e alla Nuova Evangelizzazione.

Nel 1995 è nata in Italia una “Fraternità Secolare”, laici che condividono il nostro carisma ed emettono le promesse dei Consigli Evangelici. Attualmente è diffusa in Italia (con tre gruppi: Vicenza, Noale, Rende), in Terra Santa (con tre gruppi: Giordania, Palestina, Siria), in Brasile (con due gruppi in cammino di formazione: Parà e Maranhao).

Inoltre in più nazioni si sono costituiti gruppi di volontariato: “Amici del Farina”, “Associazione Progetto Alepè”, con una sensibilità particolare verso le nostre missioni.

Nel 2017 si è realizzata in Italia una prima Assemblea nazionale delle Aggregazioni laicali, con la partecipazione di alcuni rappresentanti delle diverse realtà, allo scopo di favorire una conoscenza reciproca e con il desiderio che incontri simili potessero realizzarsi almeno ogni due anni.

Sempre nel 2017 il Capitolo Generale della Congregazione invita a rafforzare la collaborazione fra religiose e laici e ad introdurre il concetto di “Famiglia di San Giovanni Antonio Farina” da usare come nome che esprime unità e appartenenza fra quanti condividono il carisma di fondazione.

DATE STORICHE

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